Eccomi.
Sono Don Alessandro Colombo, originario di Somma Lombardo (VA) e prete dal 2002 (gli ultimi sacerdoti ordinati del Card. C.M. Martini). Ho fatto gli studi al Liceo di Gallarate – Lettere in Statale – e poi gli anni del Seminario. Nel 2011 e 2014 ho perso i genitori. Ho una sorella sposata (2 nipoti grandi), e molti amici nella fede che sono segno della promessa di Gesù, del Centuplo che ha promesso per chi lo segue.
Le parrocchie dove ho fatto il coadiutore sono: Rovello Porro, i primi 5 anni – Monza (9 anni) di cui due anni in collaborazione con don Claudio Galli (Cremnago) e poi gli ultimi 7 a Carate B. Parrocchie molto diverse, ma sempre ricche di esperienze molto belle.
Le comunità che ho servito – particolarmente negli oratori e nella scuola – mi hanno dato delle belle amicizie che sono andate oltre la collaborazione pastorale: queste sono dei doni – della chiamate – che Dio ha fatto alla mia vita. E per questo motivo posso dire che “facendo il prete” mi sono
molto arricchito.
Ora arrivo nella Comunità di Inverigo.
Sono molto affascinato dalla figura del “patrono”, don Carlo Gnocchi, perché è un geniale educatore dei giovani e un uomo che ha illuminato la vita – in particolare il dolore – con la fede.
La fede, è davvero il più grande dono che il Signore ci ha donato, perché dalla fede ha origine una vita nuova – un’umanità nuova – che dobbiamo riscoprire come il vero tesoro. L’annuncio della fede oggi è “schiacciato” dall’indifferenza; sembra una cosa del passato per alcuni devoti, mentre è la VERITÀ dell’uomo, del suo mistero. È il senso religioso della vita la vera identità dell’uomo!!
Per questo mi sembra un grande dono che nella nostra comunità ci sia una bella ricchezza di attenzione alla cultura, alla scuola, all’educazione, accanto ovviamente alla tradizione ambrosiana degli oratori e delle parrocchie.
Io vengo con semplicità e un po’ di trepidazione: non sono un eroe, neanche un santo (purtroppo). Vengo come pellegrino, perché sto portando avanti la mia vita: vi chiedo semplicemente amicizia, vicinanza e testimonianza di fede, insieme a cordiale collaborazione. (Devo imparare
tante cose nuove)
La parola parroco dice “vicinanza e paternità”. Ecco, questo lo vorrei esprimere per tutti, come disse il Papa Francesco ai sacerdoti richiamandoli alle 4 vicinanze del sacerdote (17 /2/22 simposio sul sacerdozio): Coltivate nella preghiera la vicinanza a Dio, nell’obbedienza ascoltata quella al vescovo, nella fraternità non invidiosa quella tra sacerdoti e nella condivisione di gioie e dolori quella al popolo.
Ringrazio fin d’ora il Signore per quello che mi donerà nel servizio della nostra Chiesa; ci vediamo a partire dal 2-3 settembre in particolare alle Messe.
Don Alessandro