SANTUARIO S. MARIA DELLA NOCE, INVERIGO
Indirizzo: Piazza Mercato
FUNZIONI RELIGIOSE
S. Messa festiva: ore 8.30
S. Messe feriali: dal lunedì al venerdì ore 8.00
Confessioni: sabato dalle ore 15.00 alle 16.00
Cenni storici
Si raccoglie una tradizione gentile che racconta di due fanciulli che, sperdutisi nella boscaglia, vengono aiutati e soccorsi dalla Vergine Maria che appare loro col Bambino, sopra un albero fruttifero abbastanza comune nella zona: un noce. La tradizione colloca l’ avvenimento in un giorno imprecisato del 1501 in un luogo che doveva essere molto fuori mano.
Il borgo di Inverigo situato più in alto sulla collina contava qualche centinaio di abitanti raccolti per la maggior parte attorno alla minuscola parrocchiale. Il 2 giugno del 1519 si inizia la costruzione di una chiesetta in pietra.
Nel 1570 la parrocchia è visitata dal vescovo di Milano Carlo Borromeo e dal verbale della visita abbiamo notizia dell’ esistenza della cappella nel fondo valle. Probabilmente la costruzione era insignificante, ma già il luogo è segno di pietà radicata nella gente dei dintorni. In tale circostanza il Cardinale decide di far edificare un seminario per la formazione di sacerdoti che avessero cura del popolo della zona; e il luogo prescelto è proprio lì accanto alla cappella di Santa Maria.
In una seconda visita di S. Carlo a Inverigo effettuata nel 1582 viene decisa la costruzione di un decoroso Santuario e ne viene approvato il disegno.
Il Cardinale Federico Borromeo nella visita pastorale del 31 agosto del 1606 ha la sorpresa di constatare che i desideri dello zio non sono stati esauditi specialmente per mancanza di fondi. La gente dei dintorni è povera, le poche offerte raccolte vanno quasi tutte a sostentamento dell’ attiguo seminario. Nel 1638 il seminario viene chiuso, ciò determina il progressivo avanzamento dei lavori del santuario.
L’ edificio deve essere stato completato tra il 1660-70 se nel 1671, come recita una lapide latina murata a destra dell’ altare maggiore, il marchese Giovan Battista Crivelli, creato da papa Urbano VIII Cavaliere e Commissario generale del militare Ordine dell’ Immacolata Concezione, stabilisce la celebrazione di una messa ogni venerdì alla presenza di quindici poveri che al termine dovevano percepire un’ adeguata elemosina.
CHIESA DI S. BIAGIO, INVERIGO
Indirizzo: Via Fumagalli 4
FUNZIONI RELIGIOSE
S. Messe feriali: martedì ore 8.00
Confessioni: venerdì dalle ore 10.00 alle 11.00
Adorazione eucaristica: venerdì dalle ore 8.00 alle ore 12.00
Cenni storici
Goffredo da Bussero (sec. XIII) nel suo Liber Notitiae Sanctorum Mediolani nell’elencare le chiese della diocesi dedicate a S. Biagio scrisse: ”Item in loco bugontio, plebis de marliano”. Dunque a Bigoncio già in quel tempo c’era una chiesa che aveva come titolare S. Biagio.
La chiesa fu visitata da padre Leonetto Clivone, delegato del card. Carlo Borromeo, il 3 dicembre 1566: era piccola, col solo tetto di tegole senza soffitto, il pavimento in sasso vivo era rotto. La gente diceva che la chiesetta era delle monache del Monastero Maggiore di Milano, che dovevano avere i beni di terreni da quelle parti. Da più di un anno le monache non si curavano di far celebrare la Messa, pur avendo terreni che si estendevano per più di un miglio. Il buon popolo vi faceva celebrare a sue spese.
Nella visita pastorale compiuta personalmente dal card. Federico Borromeo nel 1606, la chiesa di S. Biagio era diroccata; nei decreti si dice di ricostruirla in quella forma che aveva prima che cadesse in rovina, e tenerla chiusa fino a restauro ultimato. Nel 1740 viene decretata la “sospensione” della chiesa di S. Biagio dal Visitatore mons. Giovanni Calchi. Si aprirà di nuovo al culto solo quando saranno fatti i necessari restauri e si provvederà ad una suppellettile più decente.
Nel 1815 il parroco don Michele Bergomi chiede al Vicario Capitolare generale di concedergli la facoltà di benedire l’Oratorio di S. Biagio “il quale ora viene decentemente riadattato”.
La chiesa di S. Biagio viene donata alla parrocchia di Villa Romanò Nella seconda metà del Settecento la chiesetta era ancora proprietà del Monastero Maggiore di Milano. Più tardi passò alla nobile Famiglia Perego. Nel 1952 il conte Perego di Cremnago, residente in Arosio, decideva di donare la chiesetta alla parrocchia. Il Cardinale ne era informato e autorizzava l’accettazione della donazione. Si trattava ora di sistemarla. La popolazione di Bigoncio convinta della necessità di riordinare la chiesetta prometteva di corrispondere con generosità.
(tratto da Storia della Parrocchia di Villa Romanò di Eustorgio Mattavelli – Edizioni GR – Besana Brianza 1985,
scritto su incarico di don Giovanni Ponzoni in occasione del 40° di parrocchia)